(Tempo di lettura 2 minuti)

Dopo un mese intensissimo, al culmine di un progetto che mi ha visto impegnato a Milano e che presto ti rivelerò, torno a scrivere sulle pagine di questo blog. Tutte le pianificazioni strategiche che avevano caratterizzato il mio primo anno da “blogger”, i miei discorsi sulla gestione del tempo, la volontà, il metodo, ecc. hanno lasciato il campo alla mancanza di impegno. E scusarmi dicendo “non ho avuto tempo” non basta, anzi rischia di farmi fare una pessima figura, di rivelarmi incoerente.

Ed invece no, voglio dirti la verità, caro lettore: non è per mancanza di tempo, perché quello si trova, ma piuttosto per mancanza di voglia che non ho più scritto. Perché sono convinto al 100% che scrivere debba essere sempre una passione, prima di tutto, e non un dovere. Anche se sull’importanza del dovere nel lavoro, e nella vita in generale, si potrebbe scriverci un trattato, io mi limiterò, dal basso del mio impegno come marketer che si occupa anche di scrittura di contenuti a fare un paragone tra il piacere e il dovere della scrittura. Per la serie quando l’Italia incontra la Germania ai Mondiali (e scusa tanto se li nomino, l’esclusione degli Azzurri in Russia è una ferita apertissima): il “clàsico” scontro tra titani talmente forti che alla fine una vince con un solo goal di scarto.

Quando le forze in gioco sono simili, alla fine è la squadra che gioca col cuore a spuntarla. Insomma è l’amore per quel che si fa a far pendere l’ago della bilancia in un verso piuttosto che in un altro.

Allo stesso modo la volontà di scrivere, rappresentata dall’impegno pianificato di rispettare un scadenzario, non basta in quanto senza stimoli ed idee nuove da trasferire su carta (digitale o tradizionale) si rischia di scrivere “contenuti poveri”: senza originalità, senza “potere”, senza impatto su chi li andrà a leggere.

Che senso ha imbrattare il proprio blog di ripetizioni, scopiazzature, banalità, solo per illudersi di aver completato il task settimanale? Eppure tantissimi blogger fanno questo errore: ci sono in giro troppi articoli pieni zeppi di discorsi triti e ritriti… ma non è tanto questo il punto… semmai che vengono scritti alla stessa maniera, senza vera passione, senza “wow effect”, senza il “tocco magico” di un Roberto Baggio.

Per questo rivendico il diritto del blogger a mettere da parte la volontà e non scrivere nulla, e pazienza se gli spider di Google se ne accorgeranno, a costo di far spuntare qualche ragnatela sul blog. Noi addetti ai lavori, blogger, articolisti e creatori di contenuti in generale, non siamo automi ma persone libere di prenderci tutto il tempo che occorre per scrivere contenuti di qualità. Appunto, se d’altronde è proprio la qualità che conta, diamogli la giusta importanza, accettando di buon grado il sacrificio di accantonare la quantità.

Con ciò, alla fine dei giochi, il blog stesso ne subirà un vantaggio, non un danno. Se apparentemente risulterà trascurato, dopo il “periodo sabbatico” il blogger di turno ne ricaverà energie fresche e nuove.

Ed è in effetti ciò che sta accadendo per me… sento un nuovo spirito, ed una gran voglia di condividerlo con te, caro lettore!

Ebbene sì, nuovi stimoli di scritture si affacciano all’orizzonte! E se anche tu, collega blogger, capirai che non sei obbligato a scrivere se non ne hai voglia, e deciderai che non scriverai proprio nulla, sono certo che ne trarrai giovamento, in tutti i sensi. Ed anche il tuo blog, dopo, ti ringrazierà!


Leo Cascio

Leo Cascio

Sono brand builder, creator, consulente, formatore e divulgatore di web marketing. Autore del libro "Personal Branding sui Social" (link Amazon).
Che ne pensi del mio articolo? La tua comunicazione aziendale o personale ha bisogno di una mano? CONTATTAMI ORA! :)