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Otto giorni fa sono stato a PRNEABBIAMO, evento milanese dedicato alle Pubbliche Relazioni, o “Public Relations” che è più figo! L’esca a cui ho abboccato è stata la presenza di due “luminari” della comunicazione: lo psicologo più famoso del web, Luca Mazzucchelli, di cui spesso parlo nei miei post motivazionali (ad esempio questo qui), e l’esperto di content marketing numero 1 in Italia, Alessio Beltrami, un vero punto di riferimento per me e la mia voglia/necessità di aggiornarmi. Tra l’altro i due sono autori, insieme, di un podcast di grande successo dal titolo “Lista d’Attesa” (ascoltalo qui) che parla di come migliorare la comunicazione in ambito medico (ma questo, forse, è un altro discorso!).

Il motivo per cui mi sono precipitato a questo evento è stato fondamentalmente seguire i loro speech e, approfittando “nientedimenochè” dello status di Diamond Member, di cenarci insieme. Quella del 29 gennaio presso il Teatro Ciak è stata quindi una gran bella serata di amicizia, professionalità ed opportunità. Ma soprattutto di pubbliche relazioni: primo perché in questo genere di eventi si fanno sempre PR (e negli ultimi mesi, tra Smau Milano, FMF Tour Roma e IAB Forum Milano, considerando anche che vengo dal profondo Sud, in effetti ne ho fatte parecchie), secondo perché l’evento, come già detto, era incentrato sulle PR vere e proprie.

Ecco cosa ho imparato in poche ore di intrattenimento e formazione. Buona lettura!

Siamo il risultato delle abitudini che abbiamo adottato negli ultimi 5 anni

Indovina un po’ chi l’ha detto? Ovviamente… Mazzucchelli! Se ci pensi non c’è niente di più vero: tutto ciò che fai “meccanicamente” condiziona la tua vita, specialmente il tuo futuro. Se ad esempio la sera preferisci leggere un buon libro piuttosto che guardare qualche stupido programma in TV, prendi coscienza che questa azione, reiterata, avrà delle conseguenza su di te. Sono proprio le abitudini giornaliere che incanalano la tua vita. Come fare quindi per evitare la sera di guardare la tv optando piuttosto per la lettura? Come ha detto Luca stesso, in fondo, riuscirci è semplice: la prima cosa da fare è non mettere la TV in camera, piuttosto lasciarla in salotto, e magari mettere sul comodino proprio quel libro che hai comprato l’altro giorno.

Questo è un esempio banale che puoi applicare in ogni contesto della giornata, per tutto. Altro esempio? Metti un post-it sullo schermo del tuo PC che ricordi a te stesso l’obiettivo più importante della giornata. Insomma le abitudini virtuose, quelle che cambieranno la tua vita in meglio, si possono creare e mantenere in modo semplice applicando qualche accorgimento. Una volta poi “presa l’abitudine” la strada diventerà in discesa.

Lo speech di Beltrami è stato piacevole solo perché ha introdotto il buffet 😉

Questa l’ha detta lui per strappare un sorriso alla platea, figuriamoci se potrei mai dire o pensare qualcosa del genere su Alessio! Eppure l’effetto indotto di simile frase, come di altre più o meno sarcastiche pronunciate da questo esperto di content marketing dalle origini bresciane, è stato utile a mantenere la concentrazione in un momento, francamente, difficile tali erano i dolori al basso ventre “tipo parto” di fantozziana memoria causati dalla fame (in effetti si era fatto piuttosto tardino).

Cosa ho imparato questa volta? Che la frase giusta, detta al momento giusto, può fare la differenza. E se ciò vale nel content marketing, a maggior ragione ciò vale anche nelle pubbliche relazioni. Pensa al momento in cui approcci una persona, una personalità o un personaggio importante: una frase ironica o originale può catturare la sua attenzione di certo più di una sfilza di banali complimenti.

Ed infatti io ho deciso di applicare subito la lezione durante il buffet, dicendo a bruciapelo a Mazzucchelli quanto fosse “un grande”, ma non in quanto preparato comunicatore, ma in quanto capace, e non è cosa da poco, di trasmettere emozioni. E mentre glielo dicevo, quasi mi emozionavo (di solito in questi casi parlo di “bruschette nell’occhio” ma con Luca niente scuse… mi sgamerebbe subito)!

Nessuna frase originale, in verità. Solo una certa dose di “spontaneità sicula” che mi fa ripetere la frase anche qui: “Luca, sei davvero un grande! Devo (anche) a te il mio cambiamento!”.

Massimo Bolla saluta e ringrazia Alessio Beltrami

Per fare buone PR ricorda: i VIP non sono figurine Panini

Grazie agli interventi di Gerardo Capozzi e Massimo Bolla, organizzatori di PRNEABBIAMO, le lezioni non sono finite. Intanto Gerardo Capozzi, un agente immobiliare prestatosi al video-making con il suo Ge’s Vlog, un simpatico taglia e incolla di pezzi di vita professionale milanese in cui è alle prese con colleghi, amici e persino qualche parente (i suoi bellissimi bimbi… a proposito, sai Gerardo, se mi stai leggendo, anche io sono papà… i figli so pezzicore… e via con l’ennesima bruschetta nell’occhio…), che nell’evento di lunedì 29 gennaio recitava la parte del gregario quando in realtà gregario non è: è stato lui il vero protagonista della festa, devo dire anche grazie alla geniale viralità del mantra “chi cazzo è Capozzi?”: una trovata divertente che cattura l’attenzione sull’evento PRNEABBIAMO, anche sui social.

E poi Massimo Bolla, uno che è stato tutta la serata a dire quanto fosse inadeguato a fare il presentatore, ma che in realtà è stato bravissimo, con uno stile pacato ma preciso, mai noioso, capace di fare le domande giuste senza parlare mai a vanvera (avrà fatto un corso da Alessio Beltrami? Probabile!).

Massimo Bolla (a sinistra) e Gerardo Capozzi (a destra)

Cosa mi hanno insegnato questi due ragazzacci? Diverse cose, ma la più importante è questa: per fare PR occorre preparazione.

Certo, c’è chi l’arte delle Public Relations ce l’ha un po’ nel sangue, e forse di teoria ne ha poco bisogno perché sa già, istintivamente, come comportarsi, ma chi non ce l’ha può sempre entrare nel loro Club per imparare qualche tecnica di approccio, per assorbire i principi della corretta comunicazione e, perché no, entrare in un “giro” di contatti importanti ed influenti.

Il più noto tra questi? Lele Mora! Ebbene sì, anche lui, il bravo quanto discusso manager dei VIP, era alla serata. Voglio dire la mia su Lele: sinceramente all’inizio ero scettico sulla presenza di un personaggio condannato per vari reati fiscali e non solo, ma poi, ascoltandolo, ho capito che la sua presenza era azzeccatissima. In effetti Mora è un cavallo di razza, profondo conoscitore non solo dell'”ambiente che conta” ma soprattutto delle dinamiche della corretta comunicazione. E poi è una persona molto “umana”. Mi ha dato l’impressione di aver capito gli errori del passato e di volersi rimettere in gioco in modo pulito. All’inizio pensavo che mai e poi mai avrei voluto farmi un selfie con lui, ma dopo i suoi interventi sul palco ho deciso di farmelo e di sfoggiarlo qui, su questo post.

Da sinistra a destra con: Luca Mazzucchelli, Alessio Berltrami e Lele Mora

A PRNEABBIAMO doveva esserci anche Giovanni Rana, tra i più conosciuti personal brand italiani, ma ha dato forfait, si dice causa nebbia (o indigestione di tortellini?). E poi, tra i presenti, l’ex presidente della Camera, eletta nel 1994, Irene Pivetti. Persona e personaggio dalla dialettica sopraffina, tra i pochi politici che riescono a farsi capire, che non è poco! E poi anche lei una che di comunicazione ne sa tanto.

E poi Stefano Versace, imprenditore che, andato in America, partendo da zero ha sbancato nella vendita di gelati. Inoltre tanti altri personaggi più o meno noti, ma tutti estremamente interessanti e capaci di proferire spunti utili in merito all’argomento PR. Versace l’ho raggiunto durante il buffet per congratularmici, ma lui ha prontamente adottato la tecnica nominata da Beltrami del “scusa ma mi stanno cercando” ed è sparito… E vabbè! Me ne farò una ragione! Ehehehh!!

Ma torniamo ai contenuti: il punto saliente è che per fare buone PR non bisogna essere cacciatori di VIP, come fossero oggetti da sfoggiare sulle proprie bacheche online. La verità raccontata un po’ da tutti, specie da Capozzi, è che per coinvolgere un influencer, un personaggio famoso, una persona che può toccare i tasti giusti, e fare in modo che questi parli di noi, in modo da ottenerne una piccola luce riflessa, non bisogna accanirsi, rivelandosi “troppo” interessati. Semmai bisogna riuscire a creare un rapporto di fiducia, e la fiducia deve essere naturale e spontanea, mai indotta, mai forzata. Insomma, sembra assurdo, ma la PR che funziona deve essere senza secondi fini, perché deve essere nutrita dalla stima. Quindi sincerità e tanta pazienza: gli ingredienti principali!

Dal video di PR TV (https://www.facebook.com/prneabbiamo.tv/videos/416545252114032)

Il mio caso studio

Come raccontavo a Massimo Bolla lunedì sera stessa nei pochi secondi che mi ha potuto concedere, io stesso sono un caso studio quando si parla di Pubbliche Relazioni, e voglio raccontarlo anche qui sul blog così che la mia esperienza possa esserti di aiuto.

Anni fa vidi in TV lo spot di un personaggio (di cui non voglio fare il nome, ma è molto facile capire di chi parlo) ed ebbi un autentico colpo di fulmine. Il motivo è che questo personaggio incarnava, ed incarna ancora adesso, una delle mie grandi passioni, cioè lo studio della lingua inglese. Allora decisi che lo avrei seguito, perché al di là dell’aspetto mediatico e di spettacolo (era ed è ancora oggi spesso presente in programmi Mediaset e Rai), capì che i suoi “contenuti” potevano aiutarmi tantissimo nel miglioramento del mio inglese, sia scritto che, soprattutto, parlato. Oggi devo a lui il fatto che il mio inglese, sebbene fosse già buono, è molto migliorato. Lo devo a lui e ai suoi percorsi didattici.

Ma il punto è un altro: quando ancora non ci conoscevamo, arrivò il giorno, casualmente, in cui questo personaggio sarebbe venuto nella mia città per presentare un suo libro. Ovviamente andai e, alla fine, con un po’ di faccia tosta, mi ritrovai alla cena in ristorante con gli organizzatori (mi sono invitato da solo, lo ammetto, ma conoscevo, per fortuna, l’organizzatore… ehhehe! Altra prova di quanto sono importanti le PR!). Lui avrebbe potuto allontanarmi, ma se non lo fece, accettandomi alla cena, è perché gli feci capire, sin da subito, che non ero interessato a lui in quanto VIP, ma che avevo una sincera stima ed apprezzavo veramente quello che stava facendo in Italia per aiutare ad imparare e migliorare la lingua inglese. Credo che lui mi abbia preso a cuore perché ha capito quasi da subito i miei intenti nobili, ed è questo il punto!

A distanza di diversi anni, ormai, oggi siamo buoni amici (oltre che conterranei!). Sul piano lavorativo mi sono state aperte anche delle porte, in modo indiretto ma importante, creando anche partnership in progetti che riguardano la comunicazione. Il che non guasta… 

Conclusioni

Se ti ho raccontato la mia esperienza a PRNEABBIAMO e questa mia storia personale è per farti capire che le PR non sono importanti, ma di più: sono fondamentali! Pertanto vanno curate e, se possibile, occorre imparare a farlo. Quindi che ben vengano le iniziative di formazione come queste!

In secondo luogo voglio anche scrivere quanto segue: perché proporre l’iscrizione ad un club, quello promosso nell’evento, per accedere a contatti influenti? Io penso che questo sia invece un valore aggiunto opzionale, perché è vero che iscrivendosi in un club di questo tipo si è facilitati nell’entrare in un “giro”, ma è pur vero che se si stima davvero un personaggio famoso e lo si vuole supportare, lo si può fare a prescindere dall’appartenenza ad un “gruppo istituito” ad hoc.

Al termine della serata Lele Mora e gli altri ospiti regalano selfie come non ci fosse un domani

Per come la vedo io, ma è un parere ovviamente personalissimo e non me ne vogliano i bravissimi Capozzi e Bolla, in fondo basta un po’ di faccia tosta alla prima occasione in cui lo si può incontrare (a meno che si tratti di un VIP blindatissimo). Per “agganciarlo” basterebbe guardarlo negli occhi ed esprimendogli la tua sincera stima, e poi seguirlo con costanza ed educazione. Un processo possibile anche online, ovviamente, dedicandogli condivisioni e like mirati, post su blog e recensioni positive, che lo aiutino a rimarcare il suo status, facendosi nel tempo riconoscere come veri fan, con la F maiuscola però. E, come detto, serve armarsi di tantissima pazienza.

Credo che se ami un personaggio o un influencer e se ritieni di avere qualcosa da offrirgli, divenendo magari un suo “Brand Ambassador” (un po’ come ho fatto io con il mio VIP preferito), stai certo che lui, prima o poi ed in qualche modo arriverà il momento in cui ripagherà la tua stima ed i tuoi sforzi. Magari con gli interessi!


Leo Cascio

Leo Cascio

Sono brand builder, creator, consulente, formatore e divulgatore di web marketing. Autore del libro "Personal Branding sui Social" (link Amazon).
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