(Tempo di lettura 2 minuti)

C’era un tempo in cui i media erano assai più lenti di oggi. Allora le notizie venivano date su TV e carta stampata con la poca fluidità ed interattività tipica di questi mezzi e non esisteva il fenomeno delle fake news (o, per lo meno, vogliamo pensare che fosse così).

Quando quindi ogni primo aprile le testate si inventavano notizie folli o anche solo velatamente insensate, l’effetto sul pubblico era quello sperato: strappargli un sorriso schernendo allegramente i creduloni, ammazzando un po’ la monotonia della comunicazione main-stream tipica dei giornalisti in giacca e cravatta.

Oggi i tempi sono diversi e la diffusione delle fake news è purtroppo diventata la regola: le notizie scorrono veloci come saette e nell’ottica di acchiappare click facili c’è chi si è fatto prendere la mano sfornando bufale a ripetizione.

Che senso ha quindi nel 2019, da parte degli organi di informazione (ma non solo), il rituale della notizia finta il primo giorno di Aprile?

A pensarci bene, non ha più senso: di questo se n’è accorta Microsoft che ha dato recentemente un incipit ai suoi dipendenti per ignorare, a partire da quest’anno, questa abitudine. Nel comunicato interno Chris Capossela, chief marketing officer dell’azienda fondata da Bill Gates, ha dichiarato:

I dati ci dicono che questi scherzi hanno un impatto positivo limitato e possono in realtà causare la diffusione indesiderata di news.

In effetti non credo, in questo caso, che serva analizzare i dati per capire che oggi comunicare diffondendo notizie false, sebbene giustificate dalla “giocosa ricorrenza”, sia utile a qualcosa o a qualcuno (a parte guadagnare qualche euro a costo di confondere o, peggio ancora, di condizionare la gente in modo artificioso per non dire disonesto). A fare ironia o a strapparci un sorriso ci pensino i comici o i siti satirici (come lercio.it, ad esempio), non di certo le testate blasonate che invece si occupino delle cose serie in modo serio!

Se anche tu nel tuo piccolo pensi che inventarti una bufala in occasione del primo aprile sia una buona idea per catturare l’attenzione dei tuoi contatti in rete, occhio perché stai prendendo una grossa cantonata. L’arte di stupire non è realizzabile con simili scorciatoie: dovrai inventarti altro, ma sempre fondando sull’etica il tuo stile e messaggio narrativo. Tra l’altro non sarebbe certo un’idea differenziante rispetto ai tuoi competitor.

I media più virtuosi e che operano in osservanza dell’etica professionale sanno bene quanto allontanarsi il più possibile dalla logica della fake news sia la migliore strategia di comunicazione possibile.

La parte più preziosa del pubblico (a cui anche tu dovresti mirare), dopo anni in cui le masse le hanno subite passivamente senza riconoscerle, è molto più critico su questo punto, ed in grado di riconoscere nell’individuo o nell’organizzazione che diffonde notizie false, anche se con la buona fede del “Pesce d’Aprile”, qualcosa da cui fuggire a gambe levate.

C’è insomma una rinnovata coscienza sul tema “fake news” che sarebbe bene non condizionare in alcun modo aggiungendovi ulteriori notizie false e danneggianti.

Tra l’altro, diciamolo francamente: il primo aprile non fa più ridere nessuno. Che possa rimanere al massimo un’abitudine goliardica tra giovanissimi, col tipico foglio a forma di pesce attaccato sulla schiena. Ma nulla di più.


Leo Cascio

Leo Cascio

Sono brand builder, creator, consulente, formatore e divulgatore di web marketing. Autore del libro "Personal Branding sui Social" (link Amazon).
Che ne pensi del mio articolo? La tua comunicazione aziendale o personale ha bisogno di una mano? CONTATTAMI ORA! :)