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Esiste un grande segreto sulla creazione di siti internet che nessuna agenzia di comunicazione, nessuna web-agency, nessun consulente di web marketing, nessun freelance e persino nessun “cugino” (o amico smanettone che spero, in ogni caso e per il tuo bene, non interpellerai!) ti dirà mai.

Ma questo grande segreto, che ben pochi ammetteranno, ho deciso di rivelartelo in questo post.

Quando interpelli certe pseudo-società, a parte qualche raro caso di professionista che antepone i tuoi interessi ai suoi (per fortuna ne conosco!), e gli chiedi un preventivo per la realizzazione del tuo sito internet, loro non battono ciglio e ti presentano, senza esitare, il loro fumante preventivo.

Precisamente, di solito, sai che fanno? Ti inviano o ti presentano una mail o un documento cartaceo facendo il copia e incolla di qualche altro preventivo inviato in precedenza ad un’altra azienda (che non c’azzecca niente con la tua) inserendo un elenco di pagine che realizzeranno e di servizi standard che ti offriranno.

Di solito un preventivo del genere viene formulato ed inviato in tempo breve, così com’è breve il tempo che ti dedicano nel conoscerti: il cliente, cioè tu, fa la classica domanda “quanto costa un sito web?” (ti invito a leggere anche questo post per sapere cosa ne penso a proposito) e loro, anziché spiegarti il motivo per cui quella domanda non ha alcun senso, prendono la palla al balzo cercando di venderti qualcosa di inutile e costoso.

Non è infatti raro che un sito web (anche se non c’è stato alcun briefing, avendoti dedicato pochi minuti per conoscerti ed inviato un preventivo lampo e a “stampino”) possa costarti comunque parecchio. Ciò avviene di solito perché chi te lo propone punta sulla tua percezione che qualcosa che costi tanto sia di qualità (approfittando della tua ignoranza in materia).

Insomma, il grande segreto delle agenzie web è che creare siti web “a pacchetto” è un lavoro facile, veloce e redditizio, e che pertanto la prassi è di non rinunciare a far soldi facili a tue spese! Ti forniscono però qualcosa solo apparentemente di valore, ma che in realtà non ti porterà risultati e che quindi non servirà a nulla, anzi che potrebbe persino danneggiarti!

Le agenzie meno spregiudicate, almeno, ti faranno un prezzo basso, ma anche in questo caso per te cambierebbe molto poco: si tratterebbe di una fregatura meno dolorosa, ma pur sempre di una fregatura!

E invece no!

Un consulente o direttore marketing di un’agenzia di comunicazione SERIA (a costo di rinunciare a fare soldi facili) dovrebbe dirti subito come stanno le cose, cioè che un sito web, da solo, non risolve alcun problema (di solito la mancanza o carenza di clienti). Di solito un sito web così fatto è totalmente inutile e non ti serve. Un consulente onesto, insomma, dovrebbe quindi NON vendertelo affatto.

Esiste però un’eccezione a questo “no”? Certo che si! Altrimenti non si spiegherebbe l’esistenza di progetti web di successo!

L’eccezione è il rispetto di alcune condizioni, cioè le mie “cinque domande a cui dovrai rispondere sì” prima di accettare un preventivo web.

Solo in presenza di un fornitore che, oltre spiegare come stanno le cose, ti proponga una serie di servizi accessori al sito web, potrai sentirti libero di conferirgli il mandato riducendo a zero il rischio di essere “fregato”. Ma ricorda: diversamente scappa a gambe levate!

1) Viene fatto un “briefing” lungo ed elaborato?

Il briefing è una riunione (per telefono, via mail, in video conferenza o dal vivo) in cui il consulente ti pone un lungo elenco di domande con lo scopo di conoscere bene la tua azienda e gli obbiettivi che essa si pone. Alcune domande essenziali che dovresti sentirti rivolgere sono: Perché vuoi un sito web? Qual è la tua idea? Qual è il tuo target? Qual è il tuo budget? Qual è il tuo modello di business?

Mi è capitato più volte di vedere potenziali clienti “cadere dal pero” quando gli rivolgo queste domande. Il motivo è semplice: purtroppo la loro incapacità imprenditoriale gli fa credere che debba essere il consulente a fornire queste risposte!

Ecco perché si sbagliano: un sito internet di solito nasce con l’intento di aiutare l’azienda a trovare nuovi clienti, ma chi lavora alla sua realizzazione non può di certo conoscere il prodotto o il servizio da vendere, da cui deriva ovviamente il target, ne tanto meno le dinamiche logistiche e produttive interne all’azienda, ne la spesa che l’imprenditore ha a disposizione per promuoversi. Non posso di certo sapere fino a quanto può spingersi dal punto di vista dell’investimento economico, a maggior ragione posso deciderlo io!

Il sito internet, oltre tuttto, per portare risultati deve essere un servizio ultra-personalizzato, ed inoltre deve obbligatoriamente avere alle spalle una solida e personalizzata strategia di marketing. La strategia è la direzione d’orchestra, il sito web è lo “strumento” più importante. Di questo paragone abbastanza eloquente ne parlo anche qui!

2) Viene data rilevanza al tuo “branding”?

Il branding è un argomento centrale del mio blog, tant’è che la mia specializzazione è proprio “personal branding”. Se sei a digiuno di comunicazione ti dico sostanzialmente che il branding è la tua immagine aziendale. La tua immagine aziendale è fondamentalmente visuale, quindi un buon branding è quello in cui hai un logo professionale che ricalca in pieno la tua idea d’impresa, magari uno slogan o claim, e tutta una serie di elementi identificativi della tua unicità, che è l’obiettivo più importante che chi sviluppa un buon brand deve perseguire. Sottolineo anche l’importanza del copy-writing (cioè dei testi da inserire, che devono essere scritti benissimo da chi ne capisce di marketing persuasivo).

È ovvio che se non hai un buon brand e vuoi fare un sito, parti già con il piede sbagliato. In tal caso prima ancora di fare un sito si dovrebbe parlare di “re-branding”. Parliamo insomma delle fondamenta della tua comunicazione. Non ha alcun senso sviluppare un sito, investendo anche tanto, su un brand inconsistente, perché sarebbe come costruire un palazzo in cemento armato su fondamenta fatte di argilla.

Pertanto un consulente o un’agenzia che non si pone neanche il problema del brand (non fa cioè un’analisi del tuo brand, verificandone l’idoneità), non è un vero consulente. In tal caso gira i tacchi e scappa!

3) Il sito sarà responsive, veloce e sicuro?

Gli aspetti tecnologici di un sito web, anche se almeno inizialmente passano in secondo piano rispetto a quelli di comunicazione strategica, sono importanti. Potresti infatti avere a che fare con un’ottima agenzia di comunicazione, in grado di strutturare una buona strategia e campagna pubblicitaria, ma che con gravi lacune di programmazione. Accertati quindi che il sito venga realizzato con strumentazioni adeguate. In linea di massima vanno bene i cms open-source (come WordPress e Joomla) che consentono la realizzazione di pagine web responsive (cioè che si adattano “elasticamente” a tutti i dispositivi fissi e mobili).

È anche importante però che il server sia localizzato in base al tuo target, cioè che se venderai a italiani, il server sia di buona qualità e localizzato in Italia, perché così il “ping” (cioè il tempo di connessione client-server) sarà minore a tutto vantaggio della fruibilità del sito. Accertati anche che il sito venga costantemente aggiornato, perché se da un lato le piattaforma open-source abbattono i costi e consentono ottimi risultati, dall’altro lato senza manutenzione possono incorrere in gravi problemi di sicurezza.

4) Il sito avrà fonti di traffico “certe”?

Ciò che le aziende spesso ignorano è che realizzare un sito web, da sé, non comporta l’acquisizione di contatti. Facendo un paragone con il settore immobiliare, acquistare un sito è come acquistare un ufficio o un negozio: dopo essere entrato in possesso del locale, averlo arredato, aver messo l’insegna, sistemato la vetrina, ecc… non è affatto scontato o dovuto che ti arrivino clienti in automatico! Eppure c’è questa falsa credenza, abbastanza diffusa, che una volta online, i clienti arrivino da sé!

Come conseguenza di questo “fenomeno”, una prassi comune a molte agenzie è quella di vendere il sito web senza preoccuparsi assolutamente del traffico. Se l’agenzia non accenna la questione, il cliente penserà che il traffico sia incluso. Ed invece non lo è affatto!

Quindi un ottimo segnale per distinguere le agenzie serie da quelle specializzate in fuffa è proprio questo: parlano di traffico? Se la risposta è affermativa, che fonti di traffico avrà il sito? Il traffico in ingresso solitamente è quello proveniente dalle ricerche spontanee su Google (dette “ricerche organiche”). Per riceverne in buona quantità sarà allora necessario aggiungere al lavoro di realizzazione del sito web, anche quello di S.E.O. (cioè la search engine optimizzation). Inoltre andrebbe proposto un piano per acquisire traffico a pagamento, o quanto meno spiegare al cliente che per ottenere risultati più corposi e veloci, andrebbe preso in considerazione un investimento ad esempio su Google Adwords o Facebook Ads.

Penso che hai capito da solo del motivo per cui molte agenzie spesso non ne parlano, o se lo fanno lo fanno molto dopo: investire sulle piattaforme a pagamento non è roba da pochi euro, ma a seconda del traffico che si vuole generare la spesa per una P.M.I. può essere anche di svariate migliaia di euro al mese!

Quindi l’agenzia a cui viene chiesto di fare un sito web se parlasse di queste cose rischierebbe di vedere frantumarsi la possibilità di stra-vendere il sito. Se infatti un potenziale cliente avesse, mettiamo, 2000 euro di budget totale, venendo a conoscenza PRIMA che il traffico a pagamento incide così tanto, potrebbe anche decidere di non farlo affatto il sito, e dare tutti i soldi a Google e a Facebook inviando tutto il traffico sulla sua pagina Facebook aziendale. Oppure opterebbe, ed è il caso più probabile e sensato, per una semplice e solitamente meno costosa “landing-page” (pagina di atterraggio)!

5) Il preventivo di spesa non è troppo basso?

Chi più spende meno spande! Non è la solita frase fatta, ma è la verità. Se spendessi poco, troppo poco, sarebbe un brutto segnale, perché significherebbe che il lavoro da farsi è fatto male o non viene fatto, senza rispettare il preventivo! Certo, nulla ti vieta di chiedere uno sconto, ma tieni presente sempre che la qualità si paga. Ti consiglio quindi di non lesinare sul prezzo, ma di essere piuttosto premuroso sul fatto che ciò che pagherai corrisponda a ciò che viene effettivamente fatto.

Ricorda anche che non puoi pretendere garanzie sui risultati (perché quelli rientrano nel TUO rischio d’impresa e non puoi scaricarle sulla web agency), ma puoi farlo sull’accuratezza del lavoro!

Il servizio di creazione di un sito internet, per vari motivi che non voglio ripetere, è stato fagocitato dal pubblico come un qualsiasi servizio standard per il quale bastano 2 semplici click e… voilà il sito è pronto. Ma se il sito web per te non è solo una moda o un vezzo, ma piuttosto deve essere un importante strumento per acquisire nuova clientela, non può essere assolutamente banalizzato, e di conseguenza anche il lavoro richiesto per realizzarlo, inserendolo (e non mi stancherò mai di ripeterlo) all’interno di un’armonica strategia di comunicazione e marketing, non può essere affatto banale! Se lo banalizzi, sottopagandolo, non potrai che aspettarti qualcosa di altrettanto inutile e banale.

Sei avvisato!

(Foto: Pexels)

Leo Cascio

Leo Cascio

Sono brand builder, creator, consulente, formatore e divulgatore di web marketing. Autore del libro "Personal Branding sui Social" (link Amazon).
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